Medicina antroposofica e agricoltura biodinamica

Maria Luisa Di Summa, Medico, presidente Società Italiana di Medicina Antroposofica, propone una sintesi del 37° convegno dell’Associazione biodinamica.

Si è svolto recentemente, all’Università degli Studi di Roma 3, il 37° convegno dell’Associazione biodinamica. La sua realizzazione ha richiesto il paziente superamento di ostacoli particolarmente intensi, come oggi spesso accade, quando gli attacchi denigratori si trovano a dover affrontare la forza dell’evidenza.

Di fronte alla presentazione di tante realtà che testimoniavano la qualità della produzione biodinamica, di fronte al coraggio e all’entusiasmo dei produttori che ha caratterizzato questo convegno, ostilità e scetticismo si sono rivelati davvero fuori luogo.
Nel convegno è stata, ancora una volta, messa in evidenza la vicinanza tra l’agricoltura biodinamica e la medicina antroposofica.
Queste due ‘figlie’ dell’antroposofia sono venute alla luce in modi molto diversi, ma con aspetti che le accomunano profondamente; innanzitutto le accomuna il fatto di essere nate grazie a una domanda di uomini che avevano intuito che esisteva una conoscenza più profonda della realtà di quella che il loro tempo offriva. Avevano intuito, cioè, non solo che questa conoscenza era un tempo, in varie forme, esistita, ma anche che non era più possibile ricercarla e presentarla al mondo in queste antiche forme, ma che doveva essere rinnovata. Venne dunque chiesto a Rudolf Steiner quello che è stato definito come “un rinnovamento degli antichi misteri”.
L’importanza della domanda – che nel caso della medicina antroposofica venne posta a Steiner dalla dottoressa Ita Wegman, che chiese in modo preciso come si potesse portare nella medicina questo rinnovamento – ha sempre una duplice valenza. Da un lato essa apre la strada all’incarnarsi delle forze spirituali necessarie per la realizzazione della richiesta, dall’altro nasce grazie a una relazione umana e trova in essa il terreno per accogliere quelle forze e farle vivere attraverso altre relazioni.
La nascita della medicina antroposofica e dell’agricoltura biodinamica è dunque stata possibile grazie alle relazioni tra gli uomini: relazioni di amicizia, di stima, di collaborazione, relazioni veritiere di riconoscimento reciproco.
È importante considerare in quale momento storico questo avveniva. Si tratta di anni che furono decisivi per l’Europa, e cioè degli anni che, dopo la fine della Prima guerra mondiale, hanno preparato in Germania l’avvento del nazismo. Steiner intuisce in quale direzione si sta andando e lavora per creare realtà diverse.
Ma mentre la nascita della medicina antroposofica avviene per tappe successive, che la vanno gradualmente configurando, l’agricoltura biodinamica nasce in pochi giorni, in quello straordinario evento che fu il convegno di Koberwitz nel periodo di Pentecoste del 1924.
Sappiamo che Rudolf Steiner esitò a lungo prima di acconsentire a tenere questo corso, pur essendogli già da tempo giunte ripetute richieste. Il corso di Koberwitz precede di pochi mesi la morte di Steiner e porta fortemente l’impronta del Convegno di Natale, svoltosi poco tempo prima. Porta cioè fortemente il tema della concretezza dello spirito ossia della spiritualizzazione della materia.
Questa è quella che potremmo definire la grande terapia a quel male che Rudolf Steiner vedeva avanzare nella crescente tendenza al materialismo e all’astrazione, due realtà profondamente collegate tra di loro, in una sorta di drammatica contraddizione.

Subito dopo il convegno di Koberwitz, Steiner tenne un corso di pedagogia curativa, mentre a Pasqua aveva tenuto la prima parte di un importante corso per medici e studenti di medicina, che proseguirà poi a Natale del 1924. Già gravemente malato, egli testimoniò con la sua stessa vita e con l’intensa attività dell’ultima fase di questa, quanto caratterizza la medicina antroposofica. Questa infatti dà alla malattia un profondo significato evolutivo, nella consapevolezza delle forze spirituali che possono accompagnarla e agire attraverso essa.
Ita Wegman, che con Steiner stava scrivendo il testo Elementi fondamentali per un ampliamento dell’arte medica, temeva che non riuscissero a finire l’opera, ma Steiner riuscì anche in questo e le bozze furono da lui riviste pochi giorni prima di morire.
L’anno che però aveva segnato la nascita della medicina antroposofica era stato il 1920, con il primo corso tenuto a medici e studenti. Eravamo già in quella fase della vita e dell’opera di Rudolf Steiner caratterizzata da un forte impulso della volontà, ma in un’atmosfera diversa che non è ancora quella della forte assunzione personale di responsabilità nella vita sociale a cui Steiner si decise con il Convegno di Natale, chiedendo implicitamente di fare altrettanto a tutti quelli che vogliono percorrere il cammino tracciato dall’antroposofia.
Ancora molto diverso è il carattere del testo Una fisiologia occulta, che precede la Prima guerra mondiale, quando Steiner aveva tentato di portare certe conoscenze a uomini che ancora avevano una naturale propensione verso le vecchie forme della cosiddetta conoscenza occulta. Ma già all’inizio della guerra Steiner si era volto alle necessità pratiche, come testimonia il piccolo testo Il mistero della ferita, in cui si occupa anche delle fasciature ai soldati feriti.
La profonda trasformazione dell’Europa che seguì al conflitto rese sempre più necessario trovare una strada per sanare la spaccatura ormai conclamata tra conoscenza della natura e conoscenza dello spirito. Accanto a questo era forte l’esigenza di un risanamento sociale lì dove la vita economica, giuridica e culturale stavano precipitando nel caos. La speranza di Rudolf Steiner che da questo caos si potesse uscire con il progetto di una triarticolazione sociale non si realizzò, con la conseguenza di una sfera economica sempre più opprimente e predominante.
Questa realtà non è estranea alle difficoltà che oggi si trovano ad affrontare una medicina e un’agricoltura che vogliano restare libere e umane, come la medicina antroposofica e l’agricoltura biodinamica. La produzione agricola e la produzione dei farmaci risentono infatti gravemente di quelle che vengono definite leggi del mercato.
Ma resta forte la volontà di molti uomini di far sì che queste due figlie dell’antroposofia possano essere una terapia, per gli uomini e per la Terra. Esse hanno in comune i temi dell’alimentazione, dell’ambiente, della medicina veterinaria, tutti strettamente collegati al tema della salute. Ma la relazione tra l’agricoltura e la medicina non può essere solo basata su fini salutistici, e in definitiva egoistici: essa si fonda innanzitutto su un comune compito di risanamento e spiritualizzazione della Terra e dell’uomo.

Se cento anni fa, a Koberwitz e altrove, Steiner parlava del progressivo esaurirsi di tutto ciò che proveniva dal passato, oggi siamo veramente a un punto di svolta, sia per quanto riguarda la medicina, sia per quanto riguarda l’agricoltura e l’alimentazione umana.
Da tempo sappiamo che nella nostra alimentazione incontriamo sostanze dannose e ora si è anche aperta la strada all’uso di proteine tratte dagli insetti (grilli o altro), non considerando che non è indifferente se una sostanza proteica è tratta da una specie o da un’altra. Nel caso degli insetti va considerato, ad esempio, il fatto che portano una estrema unilateralità del sistema neurosensoriale o di quello metabolico e che sono molto lontani dagli animali tradizionalmente destinati all’alimentazione.
Ma questo rischia di passare in secondo piano e potrebbe persino diventare ‘politicamente corretto’, doveroso per vincere la fame nel mondo, le emissioni di gas e persino i maltrattamenti agli animali, mentre trionfa il peggior maltrattamento inferto all’uomo, che è il compromettere la sua possibilità di essere libero, cioè l’attacco al suo pensiero e alla sua volontà; attacco che avviene anche attraverso l’alimentazione non naturale, l’inquinamento ambientale e l’uso di farmaci discutibili.
A Koberwitz Steiner parlò agli agricoltori della necessità di conoscere la natura, così come ai medici parlava della necessità di conoscere l’uomo. L’agricoltura biodinamica non è affatto un ritorno romantico alla natura e Rudolf Steiner lo disse chiaramente, indicando che il materialismo del XIX secolo era anche figlio delle illusioni di un ritorno alla natura che Rousseau e altri avevano portato.
Sono illusioni che vivono ancora oggi, in una certa concezione della medicina naturale, che soffre dello stesso spirito materialista della medicina accademica.
Una nuova agricoltura e una nuova medicina possono nascere solo dalla conoscenza. E si tratta di un cammino di conoscenza che da un lato è affinamento delle capacità individuali di percezione e di pensiero, e dall’altro è ricerca di un equilibrio tra quanto è giusto accettare del metodo scientifico e quanto richiede nuove modalità nei metodi di indagine e nella raccolta dei dati che alla verifica scientifica è possibile sottoporre.

Da ArteMedica n.69