I sensi di colpa dei genitori

Per la rubrica “Genitorialità”, a cura di Draupadi Piccini

Conosciamo tutti i sensi di colpa, quei sentimenti di inadeguatezza che ci accompagnano spesso e a volte prendono il sopravvento.
Proviamo a chiederci: quale funzione hanno nella nostra vita? Cosa raccontano di noi?
Sono determinati spesso dal contesto culturale, e basterà ricordare il peccato originale di interpretazione cattolica e il sistema educativo che ci e stato impartito; la psicoanalisi narra che il nostro cosiddetto Super-io ci può determinare e condizionare, soprattutto inconsciamente. Ma questa è solo una prima lettura del tema, quella più nota e meno interessante.

Dal punto di vista antroposofico, non si parla tanto di parti separate che ci costituiscono e determinano in maniera più o meno cosciente, ma di un tutto, la nostra anima, e del suo sviluppo. Se come adulti, e genitori, siamo ancora in balia della parte animica senziente, saremo più facilmente trascinati dalle nostre emozioni e di conseguenza i sensi di colpa avranno terreno fertile per agire, quasi indisturbati.
Se invece l’anima razionale affettiva ci guida con maggior discernimento, possiamo confrontarci con loro e incominciare a comprenderne le origini e dare un orientamento più responsabile alla nostra vita, cercando di realizzare il massimo anelito dell’esistenza, la piena coscienza di sé.

I sensi di colpa ci fanno dubitare di noi, delle nostre azioni, della loro efficacia, o di quello che avremmo dovuto fare e che non siamo riusciti a mettere in atto.
Inoltre, frenando le nostre azioni, si rischia a volte di rinunciare a tanto, come le piccole grandi gioie della vita.
Ma entriamo nel vivo con qualche esempio. Come genitori, non vi e mai capitato di avere il timore di perdere l’approvazione di vostro figlio o figlia? E quella sensazione di disagio data dal fatto che, se non li assecondiamo, potrebbero provare rabbia, delusione o frustrazione? Sono sentimenti fondati sulla paura e, cercando sempre un lato positivo, ci suggeriscono quanto sia importante imparare a chiamare le cose con il giusto nome, trasformando per esempio un senso di colpa per un’azione passata in una responsabilità di azione per il futuro. Questo primo atteggiamento aiuta a cambiare mentalità e approccio, stimolando fiducia, calore e nuove possibilità.
Sono sentimenti che hanno radici profonde e, se non si sta attenti e non si trasformano, molte volte li trasmettiamo ai nostri figli.

Oltre alle esperienze specifiche che caratterizzano la storia personale di ognuno, il circolo vizioso nella relazione genitoriale può essere incentivato dal nostro senso di responsabilità.
L’essere genitore comporta, se siamo pronti, l’acquisizione e l’interiorizzazione di nuove responsabilità. Diventiamo coloro che soddisfano i bisogni vitali di un altro essere umano, il piccolo dipende da noi, dalle nostre capacita di accudirlo, di farlo crescere.
Ma questa acquisizione di responsabilità può diventare totalizzante, col rischio di sentirsi responsabili anche dove le nostre possibilità di intervento sono limitate. Questo genera sensi di colpa; tutte le volte che le cose non funzionano, sentiamo di non aver  Adempiuto ai nostri doveri, pur sapendo, razionalmente, che non tutto nella realtà può dipendere da noi. Un bambino può farsi male anche se un genitore è attento e scrupoloso, può ammalarsi, può subire un torto, può essere triste, può non possedere il giocattolo tanto agognato. Alcuni eventi non sono sotto il nostro controllo, non sempre la responsabilità è nostra e spesso le conseguenze di un mancato controllo non sono infauste come si può temere. Sentiamo di dover difendere un figlio da ogni ostacolo, difficoltà e sofferenza che potrebbe incontrare lungo il cammino, ma non possiamo; dobbiamo accettarlo e imparare ad accorgerci quanto il nostro bambino può sviluppare nell’affrontare le diverse prove che incontra se noi abbiamo fiducia nel suo destino, rimanendogli accanto con calore, amorevolezza e lavorando sulle nostre paure, che vanno viste, riconosciute ed elaborate.

Infatti, ciò che rende il senso di colpa una sorta di trappola emotiva e la situazione di stallo, ovvero il mancato cambiamento a seguito dell’avvento di un momento di consapevolezza. Le nostre convinzioni di base devono essere flessibili, modificandosi insieme alle nostre esperienze, al nostro sviluppo interiore. Se come genitori facciamo spesso leva sui sensi di colpa, ben presto questi verranno assimilati integralmente. I bambini sono molto sensibili alla colpa, hanno generalmente paura di deluderci, e vivono le loro esperienze in modo generalizzante e assolutistico.

Ricordo solo che se un bambino vede la mamma o il papà soffrire, si sente impotente e, non avendo ancora sviluppato le risorse per razionalizzare ciò che sta accadendo, potrebbe sentirsi responsabile per quella sofferenza. Inoltre tendiamo a pretendere troppo da noi stessi e dobbiamo riconsiderare il nostro sistema di valori e i nostri obiettivi alla luce di chi siamo oggi e di ciò che siamo in grado di dare.
Una volta vissuta un’esperienza difficile, proviamo a pensare quale sia stata la sua causa e a immaginare cosa avremmo potuto fare di diverso.

Per essere realmente in cammino, crescendo insieme ai nostri figli, non solo liberi dai sensi di colpa ma anche liberi di amare noi stessi e gli altri, è necessario imparare a perdonarci, non rimanendo in balia del passato ma attenti nel presente e volti verso un futuro più consapevole e degno di essere vissuto.

Da ArteMedica n.65