Metafisica del Centro e deriva delle civiltà

Paolo Lopane ha compendiato, in un mirabile e suggestivo affresco, la storia e le fondamenta spirituali della universale «conoscenza che ci fa liberi».

La gnosi nel mito e nella storia

Il saggio Metafisica del Centro e deriva delle civiltà è un’ampia quanto sintetica panoramica sulla conoscenza misteriosofica che, come un filo aureo nella trama spirituale della Storia, ha concorso ovunque e sempre a tessere l’ordito delle Coscienze. Partendo dai miti della Caduta, il focus si sposta caleidoscopicamente sui suoi molteplici affioramenti storici, dai Misteri Orfici alle risorgenze che hanno interessato il secolo XX: da ultimo, il rifiorire del rosacrocianesimo, che ha avuto in Rudolf Steiner un alto e compiuto interprete e testimone.   In particolare, nel capitolo “La rosa e le spine” si affronta il periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo, periodo durante il quale ebbe vasta diffusione la corrente esoterica facente capo alla Società Teosofica, con il merito di aver richiamato l’attenzione dell’Occidente sulla grande tradizione filosofico-religiosa dell’India.
All’epoca Rudolf Steiner era  membro dell’associazione e segretario generale della sezione tedesca, ma nel 1913 se ne staccò definitivamente: “in gran parte i [suoi] membri erano seguaci fanatici dell’uno o dell’altro dei capi. (…) A me ripugnava questo modo di agire (…), per la banalità e il dilettantismo che vi allignavano. Solo fra i teosofi inglesi trovavo una sostanza interiore, proveniente ancora dalla Blavatsky, che a quel tempo Annie Besant  ed altri coltivavano in modo adeguato” (R. Steiner, La mia vita).
Rispetto alla Blavatsky, e soprattutto ai suoi seguaci,  Steiner si discostava sul tema della centralità di Cristo nella storia; egli infatti riteneva che il Cristo rappresentasse il Lόgos stesso, il Sol spiritualis sceso a risplendere nella personalità del Nazareno; in Gesù di Nazareth il Lόgos si era manifestato nella carne, e Cristo doveva divenire “l’iniziatore universale”, “l’iniziatore di tutta l’umanità”
Riconoscendo in Steiner un genio in ogni ambito dello scibile ­- un mistico e uno scienziato ­-, Lopane ci propone una riflessione sulla complessità della figura del “grande iniziato del nostro tempo”, aggiungendo: “il più incompreso”.

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