Ibrahim Abouleish (1937-2017), fondatore di Sekem, è nato in Egitto ma ha vissuto a lungo in Austria, dove ha studiato farmacia e medicina e dove è entrato in contatto con la cultura antroposofica, che più avanti sarebbe stata alla base della visione di Sekem.
Tornato in Egitto decise di affrontare i gravi problemi di cui soffriva il suo Paese: povertà, sovrappopolazione, inquinamento. Per Abouleish solo un approccio olistico avrebbe potuto risolvere questi gravi problemi.
Acquistò quindi 70 ettari di terreno desertico a nord-est del Cairo e fondò la Sekem Initiative (Sekem, in antico egizio, significa “vitalità del Sole”), basata sulla sua visione di sviluppo sostenibile; uno sviluppo capace di condurre l’essere umano verso un futuro dove potrà esprime a pieno il proprio potenziale individuale. E si realizzeranno forme sociali che rispettano la dignità umana, mentre le attività economiche saranno condotte seguendo principi etici ed ecologici.
L’attività fu avviata con un progetto di agricoltura biodinamica per la rivitalizzazione del terreno che consentì di ottenere ottimi risultati nella produzione di spezie, frutta, ortaggi, cotone. In seguito, Abouleish incorporò nel progetto altre realtà, quali Atos Pharma per la lavorazione dei prodotti farmaceutici, Libra per la coltivazione biodinamica, Isis per la trasformazione dei prodotti alimentari, ConyTex per la manifattura dei tessuti.
A partire dal 1989, la visione olistica complessiva di Abouleish portò Sekem alla creazione di alcune istituzioni culturali: nacquero così la scuola e il centro medico per i lavoratori. Più tardi furono sviluppati l’istituto professionale e la scuola delle arti, per giungere infine all’apertura dell’Università per lo sviluppo sostenibile, fondata nel 2012. Oggi Sekem non è più una semplice “impresa” ma una comunità di circa 1200 persone, diverse per cultura, aspirazioni e attitudini, unite per lavorare insieme e realizzare la propria comune visione.
Per la sua opera, Ibrahim Abouleish ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Right Livelihood Award, il cosiddetto “Nobel Alternativo”, nel 2003.
Bruno Lanata
5 novembre 2019
ARTEMEDICA - ANTROPOSOFIA OGGI
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