di Carlotta Iarrapino
I prodotti alimentari da agricoltura biodinamica sono considerati in Nord Europa tra quelli di maggiore qualità. Il fenomeno interessa in modo significativo anche i mercati e le tavole italiani.
Nel 2017 l’agricoltura biodinamica italiana ha realizzato un incremento del 20% rispetto all’anno precedente, confermando il trend di crescita rilevato negli ultimi anni, segno del fatto che la domanda di cibi sani, buoni e rispettosi dell’ambiente sembra non volersi arrestare neanche di fronte alla crisi dei consumi che stiamo vivendo. Considerando che in Italia ci sono circa 60 mila aziende agricole che operano nel comparto biologico, l’agricoltura biodinamica risulta una componente di eccellenza, visto che nel nostro paese sono circa 4500 le aziende che ne applicano le tecniche e solo il 10% sono quelle che sono riuscite a ottenere la certificazione Demeter.
Le aziende biodinamiche devono sottostare, oltre ai normali controlli di legge, alla certificazione biologica, in conformità al regolamento europeo, prima di ricevere la certificazione biodinamica. Il metodo biodinamico fa quindi parte del “sistema Bio” di cui è componente costitutiva, con norme più restrittive. In altre parole l’agricoltura biodinamica è la forma originaria di agricoltura biologica da cui si sono sviluppate le varie applicazioni del Bio. Gli standard per la certificazione Demeter sono molto severi e portano le aziende che li applicano ad avere un più basso impatto sull’ambiente: basti pensare che mentre il protocollo del biologico accetta l’utilizzo su terre e coltivazioni di circa 100 sostanze quello biodinamico ne consente solo 10.
L’aspetto principale dell’agronomia biodinamica è la cura e l’attenzione dedicate alla preparazione e alla “costruzione” del terreno. Il presupposto dal quale parte la biodinamica è diverso rispetto all’agricoltura convenzionale: è l’organismo agricolo nel suo insieme, e non la pianta, che va curato e protetto, e il lavoro degli agricoltori consiste nel mantenere la biodiversità e la fertilità del suolo, perché solo su un contesto sano vivono piante e animali sani. Non a caso la domanda di prodotti biodinamici da parte dei consumatori finali è stata ormai intercettata anche dalle catene italiane e internazionali della grande distribuzione organizzata, che dichiarano di voler espandere la vendita dei prodotti biodinamici: Coop Italia, il principale attore sul mercato italiano della grande distribuzione organizzata, sta valutando l’opportunità di aprire una linea biodinamica. Si tratta di opportunità che il sistema agricolo italiano non deve farsi sfuggire lasciandosi superare da altri paesi che già si stanno attrezzando per soddisfare queste richieste. Attualmente l’Italia è al terzo posto, dopo Germania e Francia, tra i paesi europei per superficie destinata all’agricoltura biodinamica e più del 50% di quanto raccolto e trasformato viene esportato. La qualità dei prodotti italiani, inoltre, risulta essere la più apprezzata dai consumatori di tutto il mondo, dal Giappone ai Paesi Scandinavi passando dagli USA.
Il mondo biodinamico italiano è in pieno fermento: è stato varato a settembre 2017 il nuovo iter di ingresso controllato per l’alta qualificazione delle aziende biodinamiche approvato da Demeter, nonché la sperimentazione del processo informatizzato di certificazione: un nuovo sistema di gestione del controllo in tempo reale per l’intera filiera biodinamica dal seme all’etichetta. Scelte apprezzate anche dalle istituzioni nazionali impegnate nella realizzazione di quanto prevede il “Piano strategico nazionale per la bioagricoltura italiana”
Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica e vicepresidente di Federbio, afferma che “le lusinghiere prospettive per la biodinamica nel quadro più ampio dell’agroalimentare ci spingono a organizzare i rapporti con la domanda e rafforzare l’organizzazione dei produttori per rispondere a queste opportunità. Bisogna sviluppare in Italia la ricerca e la formazione e puntare su un’assistenza sistemica di alta qualità per riuscire a far crescere sempre di più le aziende biodinamiche. Per far questo non si può prescindere da una fattiva collaborazione con tutti gli enti pubblici e privati che possono sostenere questo processo”.
I vantaggi non sarebbero solo relativi al sistema economico, perché “il metodo biodinamico non solo rende i terreni più sani e più fertili, ma li rafforza rendendoli più resistenti alla siccità e al dissesto idrogeologico, cosa non da poco visti i disastri causati anche nelle campagne dai cambiamenti climatici in atto. E non solo: il modello agricolo attuato dalla biodinamica crea aziende più forti perché i prodotti biodinamici sono pagati al produttore di più rispetto a quelli convenzionali, garantendo alle aziende una stabilità di lungo periodo, che risulta un vantaggio di cruciale importanza, anche dal punto di vista sociale”.
Alois Lageder, presidente dell’Associazione Demeter Italia, in questo contesto, ricorda: “il marchio Demeter rappresenta la certezza che i prodotti delle nostre aziende rispettano i suoli e i territori sui quali operano. Scegliere un prodotto biodinamico è importante perché non solo significa mangiare prodotti buoni e sani, ma anche perché è un atto di condivisione delle responsabilità di ognuno verso il nostro pianeta e verso le generazioni future. Demeter si sta attrezzando per sostenere al meglio tutti i coraggiosi agricoltori che scelgono insieme a noi, la strada dello sviluppo sostenibile.”
Carlotta Iarrapino, da ArteMedica n.49