Biodinamica, una Scienza oltre la scienza?

Oppure tutto ciò che non riusciamo a comprendere è solo stregoneria

di Maurizio Pietro Morisco

 

Da diversi anni la biodinamica è soggetta a critiche da parte di alcuni esponenti che dicono di parlare a nome del mondo scientifico. L’ultima in ordine di tempo è contenuta nella lettera della senatrice a vita Elena Cattaneo all’indirizzo del Politecnico di Milano reo di ospitare, a suo avviso, il convegno di “anti-scienza” dell’Associazione Biodinamica, un movimento che si ispira a metodi esoterici, magici, astrologici figli delle strampalate idee del filosofo Rudolf Steiner.
Ebbene, la professoressa Cattaneo ha perfettamente ragione! E a dargli ragione è lo stesso Steiner il quale il 3 ottobre 1920 così si espresse: “Basta pensare alle conseguenze che sarebbero derivate per la scienza dello spirito orientata antroposoficamente, se avessi cominciato subito con la pubblicazione di opere scientifico-spirituali; esse sarebbero state naturalmente trascurate come il peggior dilettantismo da parte di tutti i filosofi di professione. Dovevo prima presentare al mondo qualcosa che fosse concepito in modo rigorosamente filosofico, anche se in realtà andava oltre la filosofia ordinaria”.
Questa rigorosità tocca anche le filosofie della scienza trattate da Rudolf Steiner nei suoi scritti fondamentali tra cui La filosofia della libertà, Verità e scienza, Linee fondamentali di una gnoseologia della concezione goethiana del mondo; opere in cui troviamo il fondamento del suo pensiero. Le conferenze, invece, sono trascrizioni stenografiche in origine non destinate alla pubblicazione, non rivedute da Steiner, tranne alcune, e quindi comprensive di possibili errori, come viene specificato in ognuno dei testi editi.

Ora, la critica della professoressa Cattaneo – farmacologa, ricercatrice e professoressa ordinaria presso l’Università Statale di Milano – circa la non scientificità della biodinamica prende spunto da alcune frasi di Steiner pronunciate durante il corso di agricoltura tenuto a Koberwiltz nel 1924. Si tratta, non a caso delle stesse identiche frasi sul corno letame 500 o sull’origine dell’uomo e della donna estrapolate da altrettanti denigratori, soprattutto giornalisti, da un articolo apparso sulla rivista Le Scienze  del 21 febbraio 2011 dal titolo “Biodinamica: cominciamo da Rudolf Steiner” di Dario Bressanini.
In quell’articolo l’autore cita alcune “scempiaggini” – riportate in rosso caso mai dovessero sfuggire al lettore – alfine di comprovare la follia di questo filosofo che si credeva competente in agricoltura.
Stessi contenuti si trovano nel libro Cosmos del francese Michel Onfray il quale, pur essendo un filosofo come Steiner, stronca la biodinamica basandosi sul giudizio del suo fine palato che ha trovato sgradevole l’assaggio di una bottiglia di vino biodinamico. L’analisi del filosofo risulta alquanto bizzarra quando afferma che se avesse trovato gradevole l’assaggio probabilmente avrebbe spontaneamente simpatizzato per Rudolf Steiner.
Anche qui ci sembra impropria la testimonianza ma è d’uso, quando il prodotto biodinamico risulta sano e nutriente, attribuire il risultato alla bravura dell’agricoltore – che andrebbe comunque dimostrata scientificamente – piuttosto che all’efficacia del metodo e quando un vino non piace squalificare sempre il metodo e non il produttore.
Ora, è interessante riportare uno stralcio dell’articolo citato di Bressanini:
“È facile prendersi gioco di quelle che sembrano farneticazioni pseudoscientifiche di un pazzo sotto l’influsso di allucinogeni. In effetti SONO senza dubbio farneticazioni prive di senso. Non mi importa se decine di migliaia di persone nel mondo credono a queste cose. Anche l’oroscopo ha molti seguaci. Ci sono probabilmente più astrologi al mondo che astronomi. E allora? Credo fermamente che sia un dovere morale per uno scienziato additare questi deliri oppiacei al pubblico ludibrio. Specialmente in un periodo come questo dove ci si rifugia sempre più spesso nell’irrazionalità e si teorizza la “pari dignità degli antichi saperi”. Tuttavia, la scienza non deve fermarsi al giudizio severo verso la descrizione del presunto meccanismo di funzionamento di queste pratiche. Lasciando perdere la supercazzola cosmica, ci sono comunque delle sostanze chimiche e dei processi biologici coinvolti in questi preparati, e un qualche tipo di effetto non si può escludere a priori, anche se le concentrazioni sono molto basse. Ci si deve quindi chiedere serenamente se c’è davvero un effetto benefico misurabile dall’uso di questi preparati, rispetto ad una coltivazione biologica convenzionale”.
Ora, non appare insolito che rigorosi ricercatori non si siano dati la pena di approfondire il contenuto degli scritti di Steiner o che non sappiano dell’ampia documentazione scientifica sulla  biodinamica?
Riprendere stessi concetti espressi in un articolo del 2011 non depone a favore della professoressa Cattaneo la quale avrà dato per scontate le affermazioni del Bressanini, ma questo non è un atto di fede come quello con cui si accusano i biodinamici? Oltretutto non riteniamo mai idoneo l’uso di un linguaggio canzonatorio o l’offesa giustificandola con il senso di dovere verso la verità, oltretutto qui l’argomento in oggetto non è stato neanche approfondito con una serena critica costruttiva che lascia spazio al dialogo e alla possibilità, per chi viene attaccato, di dimostrare la sua verità.
Giudicare senza analizzare i fondamentali concetti espressi da Rudolf Steiner appare alquanto ingenuo e non regge affermare che si tratterebbe di tempo perso in quanto è sufficiente aver letto poche righe sul corno letame o sul fatto che, in origine, gli uomini fossero maschi e femmine contemporaneamente.
Uno scienziato non dovrebbe farsi guidare da moti di simpatia o antipatia, dovrebbe invece analizzare il fenomeno da più punti di vista e questo non è stato fatto nei confronti di Rudolf Steiner.
La polemica della professoressa Cattaneo appare dunque debole per mancanza di conoscenza sull’argomento e da qui sorge la domanda sul perché si deve esser giudicati da chi non conosce.

Il filosofo Karl Popper, tanto caro al mondo scientifico, ebbe a dire del principio di falsificazione e non bastano dei pregiudizi a squalificare un metodo quando appropriate analisi ne dimostrano il valore nutrizionale. Popper parlò anche di società aperta  e società chiusa ed il convegno dell’Associazione biodinamica presso il Politecnico è un evento di modello aperto dove la biodinamica si mette a confronto con la scienza in vista di politiche agro-ecologiche con cui creare alleanze alfine di incrementare pratiche che preservino la qualità dei terreni e dell’ambiente in generale, non a caso sono stati invitati dalla Puglia il dottor Felice Ungaro, Gianluigi Cesari e Vito Moretti che discorreranno su temi riguardanti l’Apulian Lifestyle, la coltivazione dell’uva da tavola senza rame e le nuove linee di ricerca sul disseccamento degli ulivi – si possono trovare nel programma le specifiche e le giornate in cui interverranno.

Per concludere, tacciare la biodinamica di astrologia o stregoneria, come riferisce la professoressa Cattaneo e tutto il coro dei critici, è un errore in quanto non viene fatto l’oroscopo alle zucchine o ai pomodori ma si tengono in vista orientamenti stellari e planetari per le procedure agricole, trattasi dunque di una concezione astronomica che considera l’universo colmo di forze agenti nella materia non essendoci separazione tra idea e realtà o visibile ed invisibile.
Vi è sempre tempo e spazio per chi aspira alla verità e non si può far altro che invitare i critici a recarsi al congresso ed esternare tutti i loro dubbi. Le loro domande faranno sicuramente bene alla ricerca della verità che richiede dovere morale ma anche rigore con cui ascoltare rispettosamente le idee altrui e questo vale per gli stessi biodinamici ed antroposofi che sono richiamati dallo stesso Steiner a non credere ma a verificare le sue affermazioni. Questo è un tratto comune alla scienza sperimentale che richiede apertura e non chiusura come cerca di fare da anni questa nostra rivista di ArteMedica.

Approfondimenti
Articolo della dottoressa Cattaneo