- 4 La scuola del Cristo, i sacerdoti e i falsi profeti • da Emil Bock
- 6 Omeopatia e medicina antroposofica • Frank Meyer
- 12 Osservatorio pedagogia: Il tempo per educare •Fabio Alessandri
- 14 Cultura, educazione e solidarietà alla Corte delle Madri •Bruno Lanata
- 16 La condivisione tra le scuole • a cura di Draupadi Piccini
- 17 Cos’è il karma • Jens Roland Prochnow
- 18 Quando la terra è febbricitante • Stefan Ruf
- 20 Un’architettura per l’uomo: Convegno sul paesaggio• Stefano Andi
- 23 Il sogno di una morfologia: Faust fa i soldi
- 24 Verso una nuova economia. Opinioni a confronto • Renzo Rosti
- 31 Il canto Werbeck • Marina Sacchetti
- 32 L’angolo della Medicina Tradizionale Cinese: L’Agopuntura patrimonio di Atlantide e arte di guarigione del futuro • Frank Meyer
- 33 Fenomenologia e antroposofia in Cina • Yu Minfeng – Astrid Schroter
- 36 L’arte di invecchiare: Il destino dell’uomo diventa nutrimento del cosmo • da scritti di Rudolf Steiner
- 37 Posturologia • Alain Kharalian
- 39 Sideros. Ferro delle stelle e del sangue • Patrizia Giovanna Curcetti
- 42 Appunti di viaggio: Barcellona, spirito ribelle • Chris Tellung
- 44 Animali • Sabrina Menestrina
- 46 Associazione Menschen: Scienza e conoscenza • Maurizio Pietro Morisco
- 48 Sull’origine del giardino • Christine Gruwez
- 50 Contributi: Cagliostro, l’identità storica e spirituale di un grande maestro • Danio Migliore
SFOGLIA L’ANTEPRIMA
EDITORIALE
Il corpo è il nostro transitorio abitacolo, ne siamo inquilini ma lo siamo anche del mondo e della materia che attraversiamo come dei viandanti (Wanderer).
A questo proposito mi viene in mente la frase che Friedrich Nietzsche inserisce nel discorso tenuto da Zarathustra (Also sprach Zarathustra. Ein Buch für Alle und Keinen): “Ho qualcosa da dire a coloro che disprezzano il corpo. Non chiedo loro di cambiare posizione o dottrina, ma di disfarsi del proprio corpo; ciò li renderà muti”. L’invecchiamento ci aiuta a non attaccarci eccessivamente al corpo e ci prepara ad abbandonarlo senza troppi rimpianti, come qualcosa che abbiamo ricevuto in prestito e che dovrà essere riciclato per il futuro… Per praticare un percorso spirituale, non si può dimenticare il corpo fisico. Non siamo né macchine né anime disincarnate: bisogni, pulsioni, desideri, sofferenze…, dobbiamo fare i conti con tutto ciò. Come evitare lo stress, le dipendenze e dare al corpo la sua vera vocazione: diventare uno strumento di pace e, soprattutto, un mezzo di risveglio. Quel corpo ci verrà tolto, come la natura continuerà a vivere dopo di noi. Ciò significa evoluzione, sviluppo. Tutto quello che ci sta intorno è il risultato di un cammino. Questa è un’osservazione applicabile alla natura che ci sta intorno, agli animali, alle piante: tutto è sorto dai più semplici organismi vitali. Niente è caduto dal cielo, tutto si è sviluppato.
D’altra parte questa riflessione sul corpo potrebbe spiegare la sempre più diffusa percezione del corpo fisico nella sua sessualità opposta, ossia l’uomo si identifica nel femminile e, viceversa, la donna nel maschile? Essendo il corpo fisico l’abitacolo del corpo eterico, che è femminile nel maschio e maschile nel corpo della donna, è forse sorto un certo disordine sessuale di cui siamo attualmente testimoni?
Rudolf Steiner, parlando del corpo fisico a proposito del Legame fra i vivi e i morti, afferma: … che il nostro corpo fisico resti sulla terra ha, per colui che ha oltrepassato la soglia della morte, una grande e fondamentale importanza. Egli va nel mondo spirituale, lasciando il proprio corpo sulla terra. Per il cosiddetto morto, questa è un’esperienza, un evento. Egli fa quest’esperienza: il tuo corpo va via da te. È qualcosa di infinitamente grande ciò che l’uomo sperimenta, qualcosa che gli conferisce la possibilità, fra la morte e la nascita, di vedere, di pensare e di comprendere che egli depone il proprio corpo, che lo consegna al pianeta che adesso abbandona. (O.O. 168) Inoltre, Steiner ci raccomanda di non disperdere le ceneri nella natura ma di restituirle alla terra.
E allora, cosa dire dello zinco applicato all’interno della bara? E dei corpi che vengono tumulati in muri di cemento?
Forse dovremmo prendere ad esempio il mondo mussulmano che depone i propri morti avvolti in un semplice lenzuolo, direttamente nella terra.