Sommario ArteMedica n.42-2016

Il focus di questo numero è dedicato al cancro. Un’occasione per lasciare spazio a diversi approcci a questa malattia che si potrebbe definire malattia sociale della nostra epoca, e che, secondo Steiner, rappresenta un diretto attacco all’Io dell’uomo.
  • 4 E le stelle stanno ad ascoltare • Simona Casoli
  • 6 Commissioni per la Verità – Amnistia – Riconciliazione • dalla conferenza di Gianni Simoncini
  • 7 Il rapporto da uomo a uomo e la nuova relazione con le Gerarchie • da appunti di Monica Bernardi

FOCUS Oncologia

  • 10 Un futuro di guarigione • intervista a Enzo Soresi
  • 11 La terapia con Viscum Album Fermentatum • Bruno Lanata

  • 14 Una malattia volta alla distruzione dell’Io • Intervista a Volker Fintelmann
  • 16 Per una dieta adiuvante le terapie oncologiche • Franco Berrino
  • 20 Tumori uterini: l’importanza della prevenzione • intervista a Roberto Rovida
  • 21 Alimentazione a base vegetale e fisioterapia ortomolecolare • Serenella Cavinato e Francesco De Fusto
  • 23 Immunoncologia: la rivoluzione copernicana nel campo della medicina • Intervista a Claudio Verusio
  • 26 Cancro: il tramonto di un mito? • Giulietta Bandiera
  • 28 L’antroposofia al tempo del Nazionalsocialismo • Paulette Prouse
  • 29 Il futuro dell’agricoltura biodinamica • intervista a Carlo Triarico
  • 33 Associazione Menschen: De omnibus disputandum perché si attacca l’agricoltura biodinamica? • Maurizio Pietro Morisco
  • 36 Dalla medicina basata sull’evidenza a una medicina incentrata sul paziente • Giorgio Prouse
  • 38 Arte&Anima: Fuori centro • a cura di LeoNilde Carabba
  • 40 L’azione del doppio nella nostra civiltà • Michel Joseph
  • 42 Il sogno di una morfologia:  L’esperienza dell’essere del silicio
  • 44 Appunti di viaggio: La Palermo araba • Cris Thellung
  • 46 Dialogo Cosmico degli Alberi. L’arte di Maria Rosa Scala • Aldo Maria Pero
  • 48 Libertà di scelta per medici e pazienti.  Tumori: buone notizie • Sergio Signori
  • 50 Etica invece di religione • Karl-Heinz Trischler

SFOGLIA ANTEPRIMA

EDITORIALE

Con passi da gigante abbiamo messo alle spalle la Primavera e siamo giunti in Estate praticamente senza accorgercene. Vivere in città ci allontana in certo qual modo dalla percezione diretta della natura. È vero che sentiamo di più il canto degli uccelli in Primavera, ma c’era di certo un’altra atmosfera quando la cicogna portava nel suo becco alle famiglie degli abitanti dei villaggi i bambini appena nati. Nelle zone più nordiche le famigliole di cicogne tornavano dalle loro migrazioni per occupare nuovamente sempre lo stesso nido costruito solidamente sul camino di una casa. Anche le rondini ritornano più o meno nello stesso momento. Ricordo quando vivevo in Alsazia: allora grandi e piccoli correvano per strada urlando di gioia per festeggiare il loro ritorno. Negli ultimi tempi, però, per salvaguardare le cicogne che diminuivano anno dopo anno, visto che sempre meno tornavano dal loro lungo viaggio in Africa, si è scelto di tenerle in gabbia durante l’inverno. Per questo dobbiamo coltivare coscientemente un legame con la natura e c’è da meravigliarsi come sia possibile che nonostante il crescente inquinamento, gli uccelli e anche gli alberi rimangono così belli e fedeli.

Il focus di questo numero è dedicato al cancro. Un’occasione per lasciare spazio a diversi approcci a questa malattia che si potrebbe definire malattia sociale della nostra epoca, e che, secondo Steiner, rappresenta un diretto attacco all’Io dell’uomo. Nell’intervista, Volker Fintelmann, parla di morte animica, in quanto l’Io tende ad annidarsi, senza diritto, nell’organizzazione sensoriale del corpo e a fargli perdere il suo carattere di eternità. Sullo sfondo si pongono le forze di Sorat, il mondo dell’Anticristo.

In questo numero è stato inoltre affrontato un argomento molto spinoso, e delicato: il coinvolgimento di alcuni antroposofi col Nazismo e il Fascismo. Questa prima parte riguarda la Germania, nel prossimo numero si farà una ricerca sullo stesso argomento rispetto all’Italia. È della massima importanza che ciò venga portato a coscienza in quanto direttamente legato a pesanti effetti karmici. Il nazismo non è morto, anzi come un brutto ragno tesse ancora la sua ragnatela sulla storia attuale, seducendo tanti giovani che fanno fatica a inserirsi nel mondo del lavoro. È una situazione coperta dall’inquietante silenzio dei media in tutta Europa. Perché non ci viene detto che nel 2012, se non ci fosse stato il pugno di ferro di Putin (che non è di certo un santo), i neonazisti avrebbero preso il potere in Russia? E non dimentichiamo i criminali nazisti che non potendo tornare in patria per paura di essere identificati, dopo la guerra hanno scelto di trasferirsi in Ucraina, in Moldavia e in tanti altri paesi dell’Est Europeo. Paesi dove ora vivono i loro figli.
Non dobbiamo dimenticare che a causa dell’ultima guerra mondiale molti uomini hanno perso la loro patria. Prendiamo l’esempio di Thomas Mann che ha dovuto abbandonare la sua Buddenbrookhaus nell’amata Lubecca, la città praticamente rasa al suolo dalla Royal Air Force. Nel 1942, in una trasmissione della BBC rivolta al pubblico di lingua tedesca, Mann riferì: “… penso a Coventry, e non ho niente da ridire contro la lezione che tutto debba essere pagato”. La distruzione di Lubecca e di Dresda era la risposta all’attacco terribile che portò alla distruzione di Coventry – un gioiello dell’architetture inglese – da parte della Luftwaffe del 1940.