David Auerbach e Jennifer Greene; tratto da Das Goetheanum
Anche nel 2006 Blue Hill, l’istituto di ricerca sull’acqua di ispirazione antroposofica con sede negli USA e ad Arlesheim (CH), ha partecipato al Forum mondiale sull’acqua intitolato “Azioni locali per una sfida globale”, tenutosi in Messico.
Scopo della partecipazione è stato quello di introdurre nella discussione un più ampio concetto di acqua. Intervento che pare urgente in considerazione del fatto che le società multinazionali vedono l’acqua solo come una risorsa da mettere in vendita.
Anche in Messico i responsabili non sono riusciti a decidersi a dichiarare l’accesso all’acqua un diritto umano.
Il congresso è iniziato con toni di protesta. Circa 10.000 sono state le persone che, complessivamente, hanno protestato contro la conferenza in cui 13.000 partecipanti di 130 paesi cercavano soluzioni alla crisi d’acqua potabile. Rimproveravano agli organizzatori di voler trasformare la mondiale carenza d’acqua in un affare di imprese private. A Città del Messico, la capitale, la manifestazione di protesta è stata bloccata da oltre mille poliziotti messicani col pretesto che minacciava la quiete pubblica. Sono state prese massime misure di sicurezza che hanno reso a tutti più difficile il cammino.
Ciò nonostante, l’approccio spesso caotico ma sempre caloroso dei messicani è stato nettamente diverso da quello, affaristico, del terzo forum mondiale sull’acqua di Kyoto. Gli interventi della conferenza sul problema globale dell’approvvigionamento d’acqua sono risultati molto più chiari nel sostenere che le soluzioni locali possono essere una chiave per risolvere la questione in modo efficace. Le culture locali vanno capite e prese sul serio, i discorsi devono trasformarsi in azioni. Il logo del forum di quest’anno, cinque mani di differente colore racchiuse in un pentagono, ha fornito un’immagine a quelle dichiarazioni.
Sono state presentate, ad esempio, alcune iniziative in cui le popolazioni locali applicano misure integrative di pulizia di interi sistemi fluviali.
Nella discussione sul tema “L’acqua è viva?” si è dimostrato che l’inquinamento non provoca solo la malattia, ma anche la profanazione dell’acqua che molti popoli ritengono sacra. Gli Indiani Hopi, ad esempio, considerano tale dissacrazione grave quanto una malattia.
Una miniera d’oro di iniziative singole
È stato tranquillizzante constatare che alcuni conflitti idrici internazionali, quale quello in corso per le acque del Rio Grande tra i ricchi statunitensi e i poveri messicani, possono ancora essere risolti a vantaggio dei più deboli. D’altro canto, però, tra le nazioni e le regioni cresce un potenziale d’odio di cui si deve prendere coscienza e che va superato.
Allo scopo potrebbe essere utile sviluppare una consapevolezza tale da consentire a ciascuno di capire che ciascuno vive a valle della corrente. Una miniera d’oro di iniziative singole ha testimoniato coraggio e perseveranza nelle situazioni più difficili; coraggio che ha consentito di far luce su povere realtà e su prognosi spaventose. In Uzbekistan, ad esempio, un antichissimo metodo di approvvigionamento d’acqua basato sulla raccolta della rugiada è stato integrato con più efficaci e più robusti strumenti necessari allo scopo, che sostengono gli abitanti dei villaggi nei loro procedimenti di autoaiuto.
Il tratto stupefacente di simili iniziative, nonostante il loro mega-carattere e tutti gli aspetti negativi connessi, è la crescente consapevolezza che l’umanità, sulla terra, convive.
Problemi globali
In tutto il mondo l’agricoltura assorbe i due terzi dell’acqua pulita. Da ogni parte si leva la richiesta di sospendere l’uso dei pesticidi e le sovvenzioni alla concimazione chimica. In cambio cresce l’esigenza di metodi di coltivazione biologici, intesi come misura essenziale per garantire la presenza di acqua pulita in futuro.
Quotidianamente muoiono circa 6.000 bambini a causa dell’inquinamento idrico. Un abitante della terra su sei non ha accesso ad acqua pulita, quasi la metà dell’umanità deve cavarsela senza servizi igienici e sistema fognario. A soffrire per la carenza d’acqua e le cattive condizioni igieniche sono soprattutto le ragazze. Molte di loro, infatti, devono quotidianamente camminare per ore per andare a prendere acqua in canestri, secchi od otri. Inoltre, poiché molte scuole non hanno servizi igienici separati, le ragazze più grandi spesso non possono neppure più frequentare le lezioni.
Ci pare particolarmente interessante il riconoscimento sempre più serio tributato all’aspetto culturale dei singoli gruppi etnici. Nell’assemblea si è potuta ammirare anche una stupefacente varietà di abiti tradizionali che testimoniava la presenza di una variopinta miscellanea delle più differenti nazioni.
Al Forum sono emersi molti problemi individuali, ma si è anche avuta la gioia di scoprire elementi comuni.
Un concetto allargato di acqua
Sotto l’egida dello Smithsonian-Institute abbiamo tenuto un workshop sull’eventuale necessità di una scienza allargata per la reale comprensione dell’acqua. Abbiamo dimostrato contenutisticamente che i fenomeni idrici presentati come esperimenti possono essere intesi sia come modelli matematici (nella ricerca del fenomeno originario), sia come elementi creativamente efficaci all’interno dei più svariati fenomeni naturali. In tale cambiamento di prospettiva (livello di una coscienza ispirativa o meglio immaginativa) noi scorgiamo l’elemento essenziale di un ampliamento dell’aspetto meramente matematico.
Dalle reazioni dei purtroppo non molto numerosi partecipanti e dai commenti degli organizzatori (“You guys rock”, “Voi siete in gamba”) è possibile prevedere che il discorso prosegua nel corso del prossimo Forum mondiale sull’acqua previsto fra due anni.
Il documento conclusivo conferma che le svariate iniziative precedenti (Kyoto, Johannesburg) sono ormai diventate decisioni ONU. Da questo punto di vista, ufficialmente, non ci sono né relazioni di progressi, né nuove iniziative. Ciò nonostante in futuro le iniziative locali stimoleranno i rispettivi governi allo sviluppo di azioni di responsabilizzazione.
In molti è stata riscontrata la convinzione che “dietro a fiumi, laghi e oceani inquinati ci sia una coscienza inquinante”. Ciò significa che interventi duraturi possono avere effetto solo grazie a un partecipe cambiamento di consapevolezza. Riflessione, questa, che ci sembra avere particolare peso.
da ArteMedica n. 3
[…] 18 Un partecipe cambiamento di coscienza Dal Forum Mondiale dell’Acqua, Messico 2006. Blue Hill, l’istituto di ricerca sull’acqua di ispirazione antroposofica, ha partecipato al forum mondiale sull’acqua 2066 dal titolo “Azioni locali per una sfida globale”. Il contributo di Blue Hill si è focalizzato in particolare su un workshop impegnato a dimostrare la necessità di una scienza allargata per la reale comprensione dell’acqua. Tratto da Das Gtheanumoe. • David Auerbach […]