ArteMedica n.21

La nascita: un gesto naturale - Dallo Steinerianismo all'AntroposofiaSi parla molto della morte e del postmortem, più raramente ci si interessa del
prenatale.
La ricorrenza della nascita di Steiner, con il congresso che si svolgerà all’Università di Bologna, ha un po’ oscurato il vero focus di questa Newsletter che è dedicato al parto e alla nascita, o più specificatamente, al modo di entrare
nella vita.
Sempre di più il passaggio dalla vita prenatale a quella sulla Terra avviene  attraverso il taglio cesareo, una pratica che dovrebbe essere considerata eccezionale, ma che è diventata una prassi per aggirare il canale naturale con la scusa di modernizzare, facilitare e rendere il parto meno cruento. Sono argomenti che hanno un forte impatto sulle donne ma anche sugli uomini: la paura delle doglie, delle eventuali complicanze… Poi c’è un aspetto estetico che urta spesso gli uomini e, “last but not least” vi è spesso connessa una questione economica.

Questo modo di entrare nella vita ha qualcosa in comune con la sua polarità, ossia la modalità con la quale se ne esce, anche questa accompagnata a paura che ha portato a due atteggiamenti estremi e ugualmente drammatici: la tentazione dell’eutanasia da un lato e un attaccamento morboso alla vita dall’altro.
Entrambi ci fanno perdere la solennità, la grandiosità dell’evento. Così con il taglio cesareo programmato che viene effettuato due settimane prima del tempo, non rispettiamo la tempistica del bambino che sceglie lui il momento di scendere sulla Terra in un preciso contesto zodiacale. In una nascita naturale il bambino viene spinto a lungo, poi lascia di nuovo andare, come il movimento ritmico dell’oceano. Angela Kurch, primario ginecologico della Clinica Paracelsus (Svizzera), lo racconta così: “ed ecco che grosse mani lo estraggono sotto una forte luce, egli è del tutto impreparato…”. Diverso è un parto iniziato e si presenta la necessità di un intervento, il bambino è preparato.
Si sente a volte parlare del rapporto di coppia andato in crisi a causa delpadre che non ha retto la vista (spettacolo?) cruenta e spaventosa del parto.
In effetti in passato i padri non erano presenti alla nascita dei loro figli e forse dovrebbe essere lasciato alla libera scelta dell’uomo, se vuole o non vuole essere presente. Si parla tanto di diritti della donna, ma anche l’uomo dovrebbe avere i suoi diritti, senza essere giudicato in una materia così delicata…
Forse per la nascita come per la morte dobbiamo mettere da parte la nostra mania dell’efficienza, concludere per passare ad altro come avviene spesso negli ospedali, con un personale sempre sotto stress. Le mura domestiche sono certamente più adatte a dei processi così delicati in cui il tempo entra in una dimensione cosmica, poiché sono le stelle che decidono come e quando nasciamo e moriamo.

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