Sommario ArteMedica n.20-2010

Non lasciamoci sfuggire i veri tesori dell’antroposofia trasformandola in una cultura troppo libresca che diventa intellettuale se non è accompagnata dall’esperienza vissuta. Anche in forma modesta.

Fatalità
una poesia di Ada Negri

L’acqua è il sangue della Terra            
di Walter Siegfried Hahn
Un’interessante intervista, nella quale Andreas Schulz illustra le tecniche che lo hanno portato alla produzione dei suoi medicamenti e offre consigli per apprezzare le qualità dell’acqua.

La prova del “doppio” nel rapporto di coppia
di Michel Joseph
Approfondimenti sul tema della comunicazione quale elemento di ostacolo alla prevaricazione del doppio.

Cambiano i modelli della genetica
di Friedwart Husemann
Analisi e riflessioni sul ruolo della genetica negli studi sull’uomo dell’ultimo decennio.

La parola ai nostri esperti
Massimo Marini offre alcuni chiarimenti su prevenzione e trattamento della carie nei bambini

Sotto lo sguardo di Michele
di Thomas Stöckli
Esempi di come le argomentazioni e le esperienze edotte sulla base delle indicazioni di Steiner possono risultare comprensibili e utili al percorso educativo individuale dell’uomo moderno.

L’euritmia aiuta l’autoregolazione cardiaca
di Celia Schönstedt
Uno studio della Fondazione dottor Hauschka fa emergere importanti risultati a favore dell’euritmia come esercizio di autoregolazione cardiaca.

L’utilizzo dell’arte come azione diagnostica e terapeutica
di Francesco Tirzi
In questo breve articolo, il dottor Tirzi racconta la sua esperienza a contatto con i bambini e di quanto le terapie artistiche giochino un ruolo centrale nella cura e nel sostegno a numerose patologie.

L’indispensabile avvento di un terzo potere: la società civile!
di Phil White
Phil White manifesta e motiva l’esigenza di un maggior coinvolgimento della società civile nella vita pubblica, fino a prevederne un ruolo di terzo potere, accanto a potere politico e potere economico.

Finestra sul mondo, a cura di Maria Luisa Forenza
Preghiera e salute. A colloquio con Valeria Verrastro

Il tempo e lo spazio in un ininterrotto divenire
di Anna Maria Chianese Siena
Un colloquio con Wolfgang Kusterer sul senso dell’euritmia e la sua funzione terapeutica e artistica.

L’enigma della forza di volontà
di Susanne Wecker
I multiformi aspetti del manifestarsi della volontà sono esplorati attraverso un’analisi dell’essere umano, dalla nascita all’età adulta.


Editoriale 

Si dice che l’euritmia fosse la figlia prediletta di Steiner. Ci chiediamo con la necessaria preoccupazione se è un’arte che sia in grado di trasformarsi e di accompagnare l’uomo nella sua crescita verso il futuro.
L’uomo di oggi non è più quello di cento anni fa quando nacque l’euritmia, e nel corso del prossimo secolo egli svilupperà ulteriori nuove qualità. E quindi si può dedurre che essa abbia la potenzialità di un’arte, di una terapia giovane. È una sorta di “work in progress”. Si spera che le sue eventuali crisi di crescita siano solo una sorta di caduta per rialzarsi più forte di prima.
Per quanto riguarda l’euritmia terapeutica si percepisce a tratti come se gli uomini non avessero la pazienza, la fiducia, per attivare la volontà e investire sul futuro. La terapia euritmica richiede invece una certa lungimiranza, una sorta di sacro fuoco che accende la volontà per tenere il passo con l’influsso risanante del suo movimento interiore ed esteriore.
Sono le qualità giovanili e fresche nutritrici della volontà quelle necessarie a un esercizio regolare dell’euritmia, sia essa artistica che curativa.
Nel nostro ambiente si sente spesso dire: “Ma dove trovo il tempo per far regolarmente dell’euritmia?” Si potrebbe consigliare di chiudere un po’ più il libro e di alleggerire l’atmosfera mettendosi ad esercitarla insieme.
Non lasciamoci sfuggire i veri tesori dell’antroposofia trasformandola in una cultura troppo libresca che diventa intellettuale se non è accompagnata dall’esperienza vissuta. Anche in forma modesta.

Paulette Prouse

Fatalità            
di Ada Negri
Questa notte, m’apparve al capezzale una bieca figura.
nell’occhio un lampo e nel fianco un pugnale.
Mi ghignò sulla faccia: Ebbi paura!
Disse: sono la sventura.
Ch’io t’abbandoni, o timida fanciulla non avverrà giammai!
Fra sterpi e fior sino alla morte e al nulla
ti seguirò costante, ovunque andrai!
“Scostati!” singhiozzai.
Ella ferma rimase a me dappresso.
Disse: “lassù sta scritto;”
squallido fiore tu sei, fior di neve,
di tomba, di delitto.
Lassù, lassù sta scritto!”
Sorsi gridando: ”Io voglio la speranza
che ai vent’anni riluce!
Voglio d’amor la trepida esultanza
voglio il bacio del genio e della luce.
T’allontana o funesta!
Disse: “A chi soffre e sanguinando crea
solo splende la gloria.
Vol sublime il dolore scioglie all’idea
Per chi strenuo combatte è la vittoria.”
Io le risposi: Resta!