ArteMedica n.14

N14_anteprimaOgni anno in primavera e in estate si ripete questa sorta di miracolo, di magia che ci offre la natura con la sua lussureggiante fioritura quale simbolo del ritorno alla vita. In questo momento dell’anno il pensiero della morte ci dovrebbe apparire estraneo, fuori luogo.
Eppure ricordi ed esperienze presenti fra vivi e defunti sembrano intrecciarsi più che mai. Molte persone che si avvicinano alla fine del loro percorso sulla Terra percepiscono già l’aldilà che irrompe a tratti nella loro vita terrena, come se le due sfere si toccassero. È possibile che le anime, sia quelle dei defunti che quelle dei loro amici rimasti sulla Terra, si espandano e si sfiorino maggiormente aiutate dalla fioritura estiva? Non è probabilmente un caso se ai morti piacciono i fiori. Può essere che la fioritura dilati l’anima dei defunti ma anche quella dei vivi? Dal calendario dell’anima di Rudolf Steiner ci viene incontro una dimensione di spazio-tempo modificata in estate rispetto all’inverno. Un fenomeno di dilatazione rende l’anima più ricettiva e aperta ad una percezione più ampia.


Il disagio giovanile, che sta spesso alla base del bullismo a scuola, è un fenomeno molto diffuso. Di chi è la colpa, se di colpa si può parlare? La scuola e la famiglia hanno creato una forma in cui il bambino non viene riconosciuto, in cui gli è impossibile manifestare le sue capacità: è come se non potesse guardare con rispetto in alto verso gli adulti. D’altronde il mobbing praticato dagli adulti negli uffici, sui posti di lavoro non è un fenomeno raro. Non è dunque sorprendente che la mancanza di rispetto verso gli adulti e la violenza nei confronti di un compagno di scuola più debole faccia parte del generale tracollo di una forma sociale che fa acqua da tutte le parti, perché non adeguata ai nostri tempi, forse troppo vecchia?
La redazione ha già in programma di tornare sull’argomento scuola nel prossimo numero autunnale della nostra Newsletter.
L’articolo “La libertà è anche molto scomoda” richiama la nostra attenzione su quanto è facile barare col concetto di responsabilità: c’è la diffusa tendenza di puntare sempre il dito sugli altri; se poi si può addossare la colpa agli uomini politici è ancora più facile perché ci si può arrabbiare e insultare senza doversi confrontare direttamente con nessuno.
Quando Il maestro Sufi parla della sofferenza e del grido della Terra, che senza la partecipazione dell’uomo non si può salvare, e definisce il cuore come organo di percezione, non è poi così lontano da Steiner quando parla del pensiero che deve accendere le forze del cuore. Il Sufismo è un’emanazione del Manicheismo (vedi Newsletter n. 10).
Rudolf Steiner ha dato molta importanza all’esercizio di ripercorrere la giornata a ritroso, perché nei mondi superiori tutto decorre dalla fine all’inizio. Anche dopo la morte, l’uomo nel kamaloka rivive le esperienze della vita appena trascorsa dalla morte fino alla nascita.
Il processo della retrospettiva, oltre a rafforzare la memoria, mira a penetrare sotto la soglia della coscienza.

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