- 4 Femminilità e spiritualità
contributo femminile occorre allo sviluppo odierno della consapevolezza? In antroposofia non si distingue un “percorso” maschile o femminile, perché l’Io superiore non è in alcun modo legato al sesso ma partecipa piuttosto del principio creativo del Figlio. Tuttavia, il cammino verso la conoscenza ha in sé aspetti maschili e aspetti femminili che l’uomo, in quanto essere umano, deve considerare, per abbracciarli o superarli secondo il proprio personale percorso. Tratto da Info3 • Susan Andersen - 10 Ispirazione e composizione nei Vangeli
I Vangeli sono opere d’arte; ma sono al contempo infinitamente di più, sono opere d’arte divine. Chi ne riconosce l’immagine superiore, penetra con lo sguardo in un simbolismo che, nel suo ordine e nella sua composizione, rivela i sacri ordinamenti e le sacre leggi di un modo superiore divino. • Emil Bock - 13 Il futuro dell’antroposofia in Italia
Una trentina di giovani si è riunita per il convegno dal titolo “L’essere giovani: percorso interiore o rinnovamento sociale?”. Fra i temi principali affrontati: la necessità di riallacciarsi alla sezione giovani del Goetheanum, il riflesso del pensiero e azione del singolo sulla Terra, l’approccio goetheanistico allo studio. • Gruppo giovani antroposofi in Italia - 14 Dal mito alla coscienza immaginativa
Il mito di Demetra, quale racconto delle visioni misteriche degli iniziati portate al popolo attraverso immagini come nutrimento e consolazione della desolazione umana. • Giovanna Chiantelli - 16 Antropologia del linguaggio
Le “cinque azioni d’efficacia” dello sviluppo linguistico. Le parti costitutive che sono inerenti al processo linguistico hanno un rapporto particolare con lo sviluppo umano. Questo si può osservare nella crescita del bambino, nel quale laconquista del linguaggio procede parallelamente al suo sviluppo. • Francesca Ghelfi - 18 Iscador aiuta anche l’animale
L’effetto del vischio nella cura degli animali: studi ed esperienze. La terapia antroposofica del vischio è ormai considerata il più importante metodo non convenzionale per la cura del cancro. I preparati antroposofici di vischio hanno uno specifico effetto biologico: particolarmente interessanti sono le esperienze che alcuni veterinari da diversi anni hanno avuto con Iscador nella cura di piccoli animali (soprattutto gatti e cani) e di cavalli. • Frank Meyer e Claudio Elli - 22 Manicheismo: il Cristianesimo dimenticato del cuore
Lo studio del Codice Mani di Colonia ha dimostrato che il manicheismo non è una corrente spirituale persiana a forte impronta dualistica, bensì una corrente cristiana, secondo la quale il male è ammesso nel mondo perché è funzionale all’evoluzione dell’amore che, a sua volta, può vincere il male. Intervista a Roland van Vliet tratta da Info3. • Thomas Senne - 25 La parola ai lettori
- 26 L’attenzione come cambia il nostro cervello?
Lo studio di Siegel non considera solamente l’attività cerebrale fisiologica isolata, ma applica un approccio integrale, studiando le connessioni tra cervello, spirito e relazioni; dove per “spirito” si intende il “flusso di energie e informazioni”. In tale contesto, l’attenzione, come percezione di ciò che accade mentre sta accadendo, diventa strumento fondamentale anche per superare alcune patologie non solo psichiatriche. Tratto da Info3. • Frank Meyer - 28 L’aspetto terapeutico della Parola cosmica
Quando si dice che il movimento fa bene, di solito, si pensa allo sport. Che un movimento sia anche terapeutico è un tema di cui si occupano e su cui svolgono ricerca i medici e gli euritmisti terapeutici antroposofici. Le euritmiste Brigitte von Roeder e Willburg Keller Roth descrivono nella seguente intervista l’effetto risanante di un movimento euritmico deducendolo dal nesso funzionale tra movimento e forma. • Sebastian Juengel - 31 Kore: insieme per il dono dell’educazione
L’esperienza dell’Associazione culturale per la pedagogia steineriana Kore di Barzanò: un percorso di partecipazione sociale, con attività artistiche e culturali, al cui centro vi sono l’asilo e la scuola elementare. • Luisa Petrelli - 32 Editrice Novalis: presentazione dei Quaderni di Flensburg
- 34 Antroposofia nel Mondo. Israele
Intervista a Arie Ben-David, insegnante a Gerusalemme e dirigente della sezione Waldorf nel Seminario per maestri “David Yellin”, riconosciuta e sovvenzionata regolarmente dallo Stato. • Paulette Prouse
SFOGLIA ANTEPRIMA
editoriale
Il focus di questo numero estivo verte sul contributo dell’“essere donna” allo sviluppo dell’anima cosciente. Susan Andersen, arte terapista e scrittrice, è del parere che esistono specifiche qualità sulla via verso lo spirito dell’elemento femminile che sono della massima importanza. Sono sì qualità femminili ma non esclusivamente legate alla donna, poiché anche gli uomini hanno in loro un elemento femminile, così come le donne hanno in loro un elemento maschile. Rudolf Steiner ha spesso ripetuto che, nel corso delle nostre successive incarnazioni, alterniamo la nostra identità sessuale con una certa regolarità e che inoltre gli uomini hanno un corpo eterico femminile, mentre il corpo eterico delle donne è maschile. Sono affermazioni che dovrebbero togliere ogni illusione o discriminazione per il fatto di essere un uomo o una donna.
Non sono necessariamente facoltà che provengono dal movimento femminista con le sue lotte politiche per la conquista di valori genericamente umani. Qui si tratta di un progressivo superamento della spaccatura degli esseri umani fra uomini e donne, della vittoria sulla separazione dei sessi, in quanto tale separazione viene accettata, come ogni differenza e individualismo, perché porta creatività che si espande, immettendo i suoi frutti che contribuiscono alla costruzione di questa grandiosa opera d’arte che sarà l’essere umano di domani, ossia l’uomo inteso come “Mensch”, che avrà superato le sue unilateralità e porterà in sé sia l’elemento femminile che quello maschile. Egli conterrà in sé molte altre caratteristiche che oggi non potrebbero ancora coabitare in un solo essere umano. È un concetto che nel contesto antroposofico trova un terreno fertile per una discussione costruttiva e rivolta al futuro.
Resta inoltre aperto il capitolo sul significato dell’omosessualità, sul quale Steiner ci ha lasciato soli, abbandonati alle nostre riflessioni personali. Non certo perché non avesse nulla da dire in merito, ma egli sosteneva che la sessualità era uno degli argomenti su cui non poteva esprimersi liberamente, perché l’umanità non era ancora pronta. E quindi non abbiamo solo il diritto di riflettere sul contenuto dell’antroposofia, ma abbiamo anche il dovere di interpretarlo e di aggiungere qualcosa che risulta dal nostro vissuto e riflette le nostre esperienze, in modo da permettere all’insegnamento di Steiner di continuare la sua profonda azione sull’evoluzione umana, capace di attualizzarsi e di adattarsi anche alle esigenze postmoderne, altrimenti sarebbe un dogma che equivarrebbe a una prigione del pensiero.
Un altro argomento molto attuale è la comprensione del bene e del male. L’articolo sul Manicheismo porta alla luce l’esistenza di un antichissimo movimento che risale agli albori del Cristianesimo che si era diffuso in Cina, in Persia e in Occidente. Ha subito pesanti persecuzioni sia in Persia che in Occidente. Non poteva piacere ai potenti questo linguaggio futuristico sul bene e il male, ossia su un mondo di luce e un mondo di ombra i quali stanno in un reciproco rapporto primordiale quasi a sentirsi indispensabili l’uno all’altro. È, in effetti, una teoria molto scomoda perché non si può più puntare il dito sull’altro, ma si deve cominciare da se stessi. Mani, il grande iniziato e fondatore del Manicheismo, è il maestro del cuore che redime il male con l’amore. Sapeva già allora come trasformarsi e inserirsi in varie culture e contesti religiosi, come in Persia ha saputo penetrare nello Zoroastrismo, in Cina nella corte dell’imperatore e in Occidente nel cuore del Cristianesimo. In questo senso ha dimostrato di essere un precursore dei nostri tempi, uno spirito adatto all’epoca della mondializzazione e dell’anima cosciente. L’olandese Roland Van Vliet nel suo libro sul Manicheismo ha fatto un’approfondita ricerca basandosi prevalentemente sul codice di Mani ritrovato nel 1969 a Colonia.